Microbiota intestinale

I probiotici e la flora intestinale sana

Tempo di lettura: 8 min
a cura di Anja Müller-Lehmbach
a cura di Anja Müller-Lehmbach
Martin Gschwender – Specialista in materia di micronutrienti

Revisione scientifica a cura di: Martin Gschwender

In molti di noi è in atto una vera e propria estinzione della specie, sebbene se non sia visibile a occhio nudo. Stiamo parlando del nostro intestino o, più precisamente, dei miliardi di batteri che vi abitano: il cosiddetto microbiota intestinale. Un ecosistema per noi essenziale, che reagisce sensibilmente a influssi esterni come la nostra alimentazione, lo stress o l’assunzione di farmaci, come ad esempio gli antibiotici. Fattori della vita quotidiana come questi impoveriscono letteralmente il microbiota, spesso chiamato anche flora intestinale, con conseguenze a volte insospettabili. I cosiddetti probiotici promettono di fornire aiuto e, per questo, da alcuni anni a questa parte, sono sempre più apprezzati e utilizzati. Ma a cosa servono esattamente?

I probiotici per una flora intestinale sana

Cosa sono i probiotici e come influenzano la flora intestinale?

Per probiotici si intendono normalmente preparati contenenti batteri che dovrebbero popolare la flora intestinale. A volte vengono chiamati batteri “probiotici” anche i batteri contenuti in specifici alimenti. L’obiettivo della loro somministrazione è supportare il microbiota intestinale danneggiato a livello di varietà e numero di batteri.

Perché? Negli ultimi anni i ricercatori hanno attestato capacità sbalorditive dei nostri batteri intestinali, in grado di influenzare la salute del nostro intero organismo come, ad esempio, il rischio di sviluppare allergie, di essere predisposti a infezioni a causa dell’indebolimento del sistema immunitario o di soffrire più facilmente di obesità.

Questo ecosistema sensibile, come accennato in precedenza, entra in uno stato di squilibrio a causa di determinati fattori. Ciò si manifesta in due modi: da un lato, con la riduzione della miriade di batteri all’interno dell’intestino; dall’altro, con la riduzione della varietà, ovvero del numero di ceppi batterici differenti. Di conseguenza, i batteri nocivi possono prendere il sopravvento ed espandersi indisturbati. Gli esperti parlano in questo caso di disbiosi.

I “probiotici” hanno il compito di aiutare la flora intestinale a ripristinare il proprio equilibrio originario e far sì che l’intestino svolga di nuovo il proprio ruolo fondamentale come “centro del benessere”.

 

Probiotici – Definizione

Cosa sono di preciso i probiotici? Il termine deriva dal greco “pro” e “bios e significa “a favore della vita”. Di norma, si tratta di preparati contenenti batteri vivi o vitali, che vengono somministrati in modo mirato per supportare la flora intestinale, consentirle di svolgere il suo ruolo fondamentale per la salute (ad esempio per il sistema immunitario o per la regolazione del peso) e favorire la digestione.

Alcuni batteri probiotici possono però essere contenuti anche in determinati alimenti, come yogurt, kefir o crauti, ma di norma vi sono presenti solo in numero e varietà ridotti. Nella maggior parte dei casi, inoltre, non si sa a quale specifico ceppo batterico appartengano i batteri ingeriti e se siano davvero utili per l’uomo.

 

Flora intestinale – Definizione

L’espressione “flora intestinale” è il termine più colloquiale con cui viene indicato il microbiota. Descrive la totalità dei microorganismi che vivono nel più esterno dei tre strati che formano la parete intestinale, tra loro legati da un delicato equilibrio. Questo ecosistema è composto principalmente da batteri, ma anche virus, funghi e archei fanno parte del microbiota. L’espressione “flora intestinale”, dal punto di vista scientifico, è però fuorviante e deriva dall’errata convinzione, diffusa in passato, che i batteri e altri microorganismi appartengano al mondo vegetale.

Il microbiota dà un contributo significativo alla digestione. Molto più interessante è però la sua azione sull’intestino. Per questo è strettamente collegato a numerosi aspetti della salute del nostro organismo: alcuni studi hanno dimostrato che un microbiota intestinale equilibrato regola e “allena” il sistema immunitario e può pertanto ridurre l’insorgenza di allergie e malattie autoimmuni (ad esempio la psoriasi) e influire addirittura sul nostro peso e sul nostro umore. Inoltre, grazie alla sintesi autonoma delle vitamine, contribuisce in modo comprovato ad ottimizzare il bilancio vitaminico dell’organismo.

 

Come i probiotici influenzano la flora intestinale

 

L’effetto dei probiotici sui microorganismi presenti nell’intestino

Queste conoscenze scientifiche hanno richiamato l’attenzione sul microbiota come promettente punto di partenza per favorire la nostra salute e il nostro benessere. I cosiddetti probiotici supportano pertanto la flora intestinale nel seguente modo:

  1. Aumento del numero di batteri utili: Molti fattori della vita quotidiana, come stress, stile di alimentazione tipicamente occidentale o terapie antibiotiche, possono contribuire a diminuire la varietà e la molteplicità di batteri (disbiosi). I probiotici possono contribuire a compensare questi deficit supportando idealmente il microbiota con un’elevata varietà e un elevato numero di batteri.

  2. Inibizione dei batteri nocivi: L’aumento del numero di batteri utili nell’intestino grazie ai probiotici permette al tempo stesso di mettere in difficoltà i batteri nocivi su due fronti. Da un lato, in un microbiota disbiotico, ai germi patogeni manca lo spazio per espandersi; dall’altro, le specie utili come i bifidobatteri e i lattobacilli in grande quantità non lasciano sufficiente cibo a disposizione per i loro dannosi avversari.

  3. Rafforzamento della barriera intestinale: Tra i vantaggi offerti dai cosiddetti probiotici rientra il rafforzamento della barriera intestinale. Alcuni studi hanno dimostrato che la composizione del microbiota può influire sullo stato di tutti e tre gli strati della parete intestinale (strato di muco, mucosa intestinale e strato di cellule epiteliali intestinali) e viceversa. Alcuni batteri come speciali lattobacilli possono aumentare ad esempio lo spessore della mucosa intestinale e perciò garantire un’ulteriore protezione.1

  4. Modulazione del sistema immunitario: I batteri nell’intestino umano sono strettamente legati al sistema immunitario. Mentre gli elementi utili contribuiscono a una rapida reazione di difesa, la risposta immunitaria può essere alterata in presenza di una disbiosi. A ciò si aggiunge il fatto che alcuni ceppi batterici producono sostanze importanti, come ad esempio gli enzimi, che hanno un effetto antinfiammatorio e prevengono pertanto le infezioni. L’assunzione di “probiotici” può perciò essere particolarmente benefica per il sistema immunitario.

Una composizione squilibrata della flora intestinale è perciò alla base di molti aspetti importanti del nostro benessere generale. I prodotti probiotici possono essere d’aiuto, promuovendo la varietà e la moltitudine di batteri del microbiota.

 

Perché una flora intestinale sana è importante per il sistema immunitario?

Solo pochi sanno che circa il 70% del sistema immunitario si trova nel nostro intestino. L’80% delle cellule del plasma, responsabili della produzione degli anticorpi, si trovano infatti qui. Se nell’organismo penetrano agenti patogeni, i batteri intestinali inviano un “ordine di difesa” al sistema immunitario tramite le cosiddette cellule dendritiche. Esperimenti condotti con cosiddetti topi “germ-free”, ovvero topi che non dispongono di un microbiota, hanno dimostrato che il loro sistema immunitario, rispetto agli esemplari della stessa specie che ne erano provvisti, era nettamente peggiore. Sia il controllo delle difese immunitarie, sia le loro “armi” risultavano nettamente indeboliti in assenza di microbiota intatto.

 

Perché una flora intestinale sana è importante per il sistema immunitario?

 

Il collegamento tra una flora intestinale vitale e la nostra salute

Un microbiota sano è di gran lunga importante, non solo per il sistema immunitario. Molte malattie e disturbi, a cui gli esperti per tantissimo tempo non sono mai riusciti a dare una spiegazione, all’inizio del nuovo millennio sono stati collegati, da parte degli scienziati di tutto il mondo, all’intestino. Infatti, l’intestino è strettamente collegato, tramite cosiddetti “assi”, a tutto il corpo. Sempre più malattie sono riconducibili a determinate alterazioni del microbiota intestinale, tra cui:

  • Allergien: Le allergie sono eccessive reazioni del sistema immunitario a sostanze in realtà innocue, presenti nell’ambiente. Alcuni studi hanno dimostrato che le cosiddette cellule T regolatorie (T-reg) mantengono in equilibrio il nostro sistema immunitario e in tal modo impediscono che sottovaluti (o sopravvaluti) le sostanze estranee. Va detto, però che queste cellule T-reg si formano prevalentemente nell’intestino. Se la flora intestinale nella sua varietà e molteplicità di batteri è danneggiata, queste cellule non vengono più prodotte in quantità sufficiente; possono perciò verificarsi reazioni immunitarie eccessive – spesso sotto forma di sintomi allergici.2

  • Müdigkeit / Schlappheit: I continui sintomi di affaticamento possono dipendere, su più livelli, dalla qualità del microbiota. Se, da un lato, i germi patogeni prendono il sopravvento, possono verificarsi minuscoli danneggiamenti, cosiddette microlesioni, sullo strato più esterno della parete intestinale. Attraverso tali microlesioni gli agenti patogeni e le tossine possono penetrare direttamente nella circolazione sanguigna e far funzionare il sistema immunitario costantemente ad alto regime, con conseguente dispendio energetico elevato per l’organismo. D'altro canto, la maggior parte dei nostri “ormoni della veglia e del sonno”, la serotonina e la melatonina, si formano nell’intestino. Le alterazioni del microbiota possono perciò potenzialmente sconvolgere questo assetto ormonale.

  • Unerklärliches Übergewicht: Il fatto che alcune persone possano mangiare tutto ciò di cui hanno voglia senza ingrassare di un grammo, mentre altre lottino quotidianamente con la bilancia può essere riconducibile a una disbiosi. I ricercatori hanno constatato che fratelli gemelli con peso completamente diverso presentavano una flora batterica intestinale sostanzialmente differente. Sono riusciti a dimostrare questa ipotesi, dividendo alcuni topi in due gruppi. Mentre a un gruppo è stato somministrato il microbiota del gemello magro, l’altro gruppo ha ricevuto la flora intestinale del gemello in sovrappeso. E, come si è notato, a parità di razione di cibo, quest’ultimo gruppo è aumentato notevolmente di peso.3

  • Hautprobleme: Molte sgradevoli alterazioni cutanee, che non di rado vanno di pari passo con lo stress psicologico, possono essere indici di peggioramento della varietà e moltitudine di batteri della flora intestinale. Acne, psoriasi o neurodermite: la compromissione della vitalità del microbiota è spesso coinvolta in modo significativo in questi disturbi. Gli scienziati riuniscono questi collegamenti nel concetto di asse intestino-cute.4

Questa è però solo la punta dell’iceberg. Quasi tutti i giorni vengono identificati collegamenti tra la funzionalità intestinale e la nostra salute. La salute dell’intestino è perciò un problema che tocca tutti da vicino.

 

Gli alimenti probiotici e i loro effetti positivi sull’intestino

I batteri vivi possono essere introdotti, in una certa misura, attraverso l’alimentazione quotidiana. Molti alimenti gustosi contengono un numero, seppur limitato, di organismi benefici per la flora intestinale, il sistema immunitario e la salute in generale.

Quali alimenti contengono probiotici?

Quando si parla di alimenti probiotici, la maggior parte delle persone pensa soprattutto allo yogurt naturale. Esiste, però, una vasta gamma di prodotti sani e gustosi che fanno bene all’intestino e che è possibile integrare nella propria dieta:

  • Yogurt: lo yogurt, come accennato, è una delle fonti più note di colture vive. È importante che il prodotto non sia stato pastorizzato; in caso contrario, anche i batteri preziosi, in primo luogo bifidobatteri e lattobacilli, vengono uccisi.

  • Crauti: questo tipico contorno della cucina tedesca è un’ottima fonte di batteri buoni, in particolare di lattobacilli. La quantità, tuttavia, come nella maggior parte degli alimenti è a confronto ridotta e anche la molteplicità di batteri lascia molto a desiderare.

  • Kimchi: piccante, acido ed esotico: il kimchi, una preparazione coreana a base di verdure fermentate, è un contorno molto apprezzato della cucina asiatica e contiene, oltre a batteri probiotici, anche prebiotici. Ne parleremo in dettaglio più avanti.

  • Kefir / latticello: le bevande dense a base di latte come Kefir e latticello, sono molto amate per il loro gusto acido e possono dare anche un piccolo contributo al bilancio di probiotici.

  • Miso: il miso è una pasta speziata, ottenuta dalla fermentazione della soia, che viene utilizzata nella cucina giapponese per insaporire zuppe e salse. Un piacevole effetto secondario: contiene alcuni batteri probiotici.

  • Tempeh: il tempeh è un piatto molto amato della cucina vegetariana/vegana ed è anch'esso ricavato da soia fermentata – batteri intestinali inclusi.

 

Questi alimenti contengono probiotici

 

Buono a sapersi: anche se gli alimenti denominati “probiotici” possono dare un certo contributo alla vitalità del microbiota, non si ha nessuna certezza riguardo a quali batteri, di preciso, questi prodotti possano apportare. Diverso è invece il caso ideale dei preparati (probiotici) specifici, dato che in questo caso dovrebbe essere indicata la cosiddetta specificità del ceppo. Ma di questo parleremo più avanti.

 

L’importanza dei prebiotici per l’effetto probiotico nell’intestino

I prebiotici sono componenti speciali degli alimenti, prevalentemente composti da fibre, che non riescono a essere metabolizzati dal nostro intestino, ma di cui si cibano, invece, i batteri del microbiota. I prebiotici sono un alimento molto gradito dai batteri e contribuiscono perciò alla crescita dei batteri “buoni”. Per questo motivo i prebiotici sono un’importante integrazione ai probiotici:

  1. Promozione della capacità di sopravvivenza: se i probiotici trovano cibo all’interno dell’intestino, la loro capacità di sopravvivenza e di riproduzione e la loro attività vengono favorite.

  2. Effetto sinergico: il consumo simultaneo di prebiotici e probiotici si integra alla perfezione. Più sono favorevoli le condizioni in cui si trovano i batteri, più questi riescono a proliferare e a supportare la salute dell’intestino (e non solo). Inoltre, determinati prebiotici aumentano la disponibilità di sali minerali, come ad esempio il calcio.

  3. Miglioramento della salute dell’intestino: nel metabolismo dei prebiotici si creano acidi grassi a catena corta, che hanno proprietà antinfiammatorie e sono un’importante fonte di energia.

 

Gli alimenti prebiotici supportano i probiotici nell'intestino

 

I probiotici come integratori alimentari

Dato che i cosiddetti probiotici presenti nei cibi spesso sono contenuti solo in dosi ridotte e, inoltre, la varietà di ceppi batterici differenti è assolutamente trascurabile a fronte dell’incredibile diversità del microbiota intestinale, vengono spesso e volentieri consumati sotto forma di integratori alimentari, non solo quando si sospetta una possibile disbiosi.

La vastissima gamma di prodotti reperibili in commercio rende però difficile, per i non addetti ai lavori, identificare le caratteristiche importanti per un buon preparato. A titolo di orientamento, occorre tener conto di questi cinque criteri di qualità di riferimento:

  1. Una ampia varietà (diversità): Un ottimo probiotico si riconosce per il fatto che contiene un numero possibilmente elevato di ceppi batterici differenti. La gamma spazia in questo caso dai preparati contenenti un solo ceppo a quelli contenenti oltre 50 ceppi. In confronto, il microbiota intestinale è composto da ben più di 100 ceppi batterici differenti. I prodotti contenenti pochi ceppi o un solo ceppo servono poco o nulla contro una disbiosi.

  2. Una alta quantità (dosaggio): Questo valore è dato dalle unità formanti colonie (UFC). Un dosaggio dell’ordine di alcuni miliardi è come una goccia nell’oceano. I prodotti ad alto dosaggio forniscono più di 10 miliardi di UFC.

  3. L'interazione: Molti cosiddetti probiotici contengono una composizione arbitraria di batteri. L’interazione dei microorganismi è però complessa, per cui la composizione dovrà essere accuratamente ponderata. Un indice del rapporto armonico tra i batteri contenuti può essere rappresentato dal fatto che il produttore abbia condotto personalmente ricerche sui batteri intestinali.

  4. Indicazione della specificità del ceppo: Bisogna prestare attenzione al fatto che il produttore riporti dati trasparenti sulla cosiddetta specificità dei ceppi di batteri contenuti (ad esempio L. rhamnosus LRH01 anziché semplicemente L. rhamnosus). La specificità dei ceppi è estremamente importante, perché nessun batterio è uguale agli altri. Analogamente ai fratelli gemelli, anche ceppi batterici strettamente imparentati, nonostante il patrimonio genetico prevalentemente identico, possono differire fondamentalmente tra loro a livello di proprietà e caratteristiche. Di conseguenza, senza la specificità dei ceppi non è di solito possibile formulare dichiarazioni scientificamente valide riguardo a un batterio.

  5. Confezionamento (stabilità): Sì, anche la confezione riveste un ruolo importante, poiché deve garantire la sopravvivenza dei batteri fino al momento in cui raggiungono l’intestino. Nei barattoli o sacchetti può invece penetrare umidità, causando così la morte anticipata delle colture. Lo standard di riferimento (gold standard) è il cosiddetto blister in alluminio.

 

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Conclusione

I probiotici o i batteri probiotici sono microorganismi vivi, che vengono introdotti nell’organismo con l’obiettivo di supportare la nostra naturale flora intestinale e ripristinare l’equilibrio all’interno dell’intestino. Lo squilibrio può già verificarsi a causa di fattori della vita quotidiana. Il microbiota, ad esempio, reagisce sensibilmente alla nostra alimentazione, allo stress o all’assunzione di antibiotici.

L’assunzione di prodotti probiotici favorisce i batteri utili, ostacolando al tempo stesso la crescita di batteri nocivi. Ulteriori effetti positivi di specifiche colture, dimostrati dagli esperti della salute intestinale, sono il rafforzamento della barriera intestinale e il supporto del sistema immunitario, che si trova in buona parte nell’apparato digerente.

Sono presenti in alimenti come yogurt, crauti, kefir e kimchi, ma anche in integratori alimentari, che spesso forniscono una varietà e molteplicità estremamente elevata di batteri, nonché ceppi appositamente selezionati. I prebiotici, invece, sono componenti indigeribili dei cibi che possono supportare ulteriormente l’efficacia dei probiotici. Una flora intestinale sana non è solo decisiva per le difese immunitarie del nostro organismo, ma anche per il nostro benessere generale.

Domande frequenti

I probiotici sono composti da batteri?

Il concetto di “probiotici” è, anzitutto, una comune denominazione generica con cui si indicano preparati contenenti batteri vivi o vitali, ma, al tempo stesso, indica anche quegli stessi batteri. All’interno dell’organismo, specifiche colture possono contribuire a migliorare la flora intestinale.

I probiotici aiutano a salvaguardare la salute dell’intestino dopo l'assunzione di antibiotici?

Gli antibiotici sono efficaci strumenti per lottare contro le infezioni batteriche. Purtroppo, questi farmaci non fanno distinzione tra batteri “buoni” e batteri “cattivi”. Per questo la flora intestinale, dopo una terapia antibiotica, risulta spesso completamente annientata, con ripercussioni di vasta portata per la salute. I “probiotici” possono contribuire a ricostruire un microbiota intestinale danneggiato (disbiosi).

I prebiotici sono fibre?

Per prebiotici si intende una serie di componenti nutrizionali indigeribili, che il nostro intestino non è in grado di metabolizzare in modo autonomo, ma di cui sono ghiotti i batteri che vivono nel nostro intestino. Anche se non tutti i prebiotici rientrano nella categoria delle fibre, sono costituiti in buona parte da fibre.

Che differenza c’è tra probiotici e prebiotici?

Mentre i cosiddetti probiotici sono batteri vivi, a cui sono state riconosciute, sulla base di ricerche, varie proprietà benefiche, i prebiotici sono componenti indigeribili di alcuni cibi (in genere, determinate fibre), che servono ai batteri probiotici come “alimenti” e che ne possono pertanto favorire la crescita.

Autor des Ratgeber-Artikels zur Darmgesundheit und Ernährung – Fachkundige Tipps für eine gesunde Darm-Ernährung
Autore di questo articolo:

Anja Müller-Lehmbach

Scopri di più

Fonti:

[1] Gou H. Z., Zhang Y. L., et al. (2022): How do intestinal probiotics restore the intestinal barrier? Front Microbiol. 2022 Jul 14;13:929346. doi: 10.3389/fmicb.2022.929346.
[2] Sakaguchi S, Mikami N, Wing JB, Tanaka A, Ichiyama K, Ohkura N. Regulatory T Cells and Human Disease. Annu Rev Immunol. 2020 Apr 26;38:541-566. doi: 10.1146/annurev-immunol-042718-041717.
[3] Faith, J. J., Rey, F. E., et al. (2013). Gut microbiota from twins discordant for obesity modulate metabolism in mice. Science (New York, N.Y.), 341(6150), 1241214. https://doi.org/10.1126/science.1241214.
[4] De Pessemier B., Grine L., et al. (2021): Gut-Skin Axis: Current Knowledge of the Interrelationship between Microbial Dysbiosis and Skin Conditions. Microorganisms vol. 9,2 353. 11 Feb. 2021, doi: 10.3390/microorganisms9020353.

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