Microbiota intestinale

Microbiota intestinale: in che modo la flora intestinale influisce sulla nostra salute

Tempo di lettura: 15 min
a cura di Thomas Weber-Lorenz
a cura di Thomas Weber-Lorenz
Martin Gschwender – Specialista in materia di micronutrienti

Revisione scientifica a cura di: Martin Gschwender

Ai tempi della scuola abbiamo appreso le funzioni dei nostri organi: il cuore regola il flusso sanguigno, il cervello è il centro delle informazioni e i polmoni ci permettono di respirare. E l’intestino? Ovviamente è responsabile della digestione. Solo della digestione? No! È un organo popolato da miliardi di infaticabili microorganismi che oppongono incessantemente resistenza agli intrusi indesiderati.

Anche se la sua composizione non è una pozione magica, il microbiota dell’intestino (nome scientifico di questo affascinante ecosistema, composto prevalentemente da batteri) è davvero prodigioso. Non influenza solo la digestione, ma quasi tutti gli aspetti della nostra salute!

Microbiota intestinale

Cos’è il microbiota e perché è importante per la nostra salute?

In sostanza, il microbiota intestinale (popolarmente chiamato anche flora intestinale) è la comunità di innumerevoli microorganismi che vivono nel nostro intestino, prevalentemente nell’intestino crasso. Tra questi rientrano virus, archei, funghi e soprattutto varietà di batteri, che sono tra loro in un delicato rapporto di equilibrio. Anche se è caratterizzato da alcune strutture caratteristiche, il microbiota dell’intestino di ogni persona è unico come un’impronta digitale.

Questa esclusività è data soprattutto dalla sua specifica composizione, ma anche dalla densità di popolamento. I ricercatori hanno finora identificato fino a 2.000 ceppi batterici differenti che si trovano perfettamente a loro agio nell’intestino umano. In media, in ognuno di noi ne vive una gamma di circa 300 o 500 tipi diversi.

In condizioni ideali, queste centinaia di ceppi batterici si moltiplicano in modo talmente intenso che nell’intestino riescono incredibilmente a vivere 100 miliardi (100.000.000.000.000 ovvero 1014) di batteri. Tanto per chiarire: questa massa, nonostante i suoi componenti microscopici, può raggiungere un incredibile peso di circa 2 kg!

L’ecosistema del microbiota riveste un ruolo importante nella digestione e nell'assorbimento di nutrienti. Gli scienziati, negli ultimi vent’anni, hanno però scoperto che fanno molto di più. Nel 2001 il Prof. Joshua Lederberg, insignito quasi 50 anni prima del premio Nobel per la sua opera pionieristica nel campo della ricerca sui batteri, ha coniato il termine ‘microbiota’.

Da allora questo settore è costantemente sotto i riflettori della ricerca. A poco a poco sono emerse sempre più sfaccettature del complesso e importante ruolo svolto dal microbiota nell’intestino. Per questo oggi l’intestino è considerato come il centro della nostra salute e del nostro benessere. Oltre a scindere gli alimenti che ingeriamo, questo ambiente microbico ha un influsso decisivo sul nostro sistema immunitario e produce autonomamente vitamine, che mette ulteriormente a disposizione dell’organismo.

Ma l'aspetto più affascinante è il fatto che il microbiota intestinale influisce anche sul nostro peso, sul rischio di contrarre varie malattie e perfino sulla nostra psiche, come dimostrato da numerosi studi. E i ricercatori hanno appena iniziato a scalfire la superficie.

 

La struttura del microbiota e la sua influenza sulla salute

 

In che modo i microorganismi possono influenzare il sistema immunitario?

Il fatto che i batteri intestinali favoriscano davvero il nostro sistema immunitario sembra inizialmente un controsenso. Il compito del sistema immunitario, infatti, consiste sostanzialmente nel combattere gli agenti patogeni. E cosa ha a che fare l’intestino con tutto questo?

Oggi si sa che circa il 70% dell’intero sistema immunitario umano, nonché l’80% delle cellule del plasma responsabili della produzione di anticorpi, si trovano nell’intestino.

I ricercatori hanno dimostrato che i batteri che vivono nell’intestino capiscono quando penetrano agenti patogeni nell’organismo. Se questo “sistema di allarme” si attiva, vengono inviati segnali di avvertimento alle cosiddette cellule dendritiche, responsabili per l’attivazione della risposta immunitaria nel nostro organismo. In tal modo viene scatenata la lotta attiva contro gli agenti patogeni.

La cosa sbalorditiva è che la flora intestinale non solo invia segnali in presenza di agenti patogeni che attaccano l’intestino. Reagisce anche per organi molto distanti dall’intestino, come la milza o i linfonodi e trasmette gli impulsi necessari per attivare il sistema immunitario.

I batteri “amici” presenti nel nostro intestino agiscono perfino contro le infiammazioni, inducendo le cellule a T del sistema immunitario a produrre una speciale citochina, denominata IL-10. Questa è in grado di ridurre le infiammazioni. Non solo: fin dalla nascita il sistema immunitario viene sottoposto dal microbiota a una dura scuola e istruito a distinguere tra sostanze prodotte dall’organismo e sostanze estranee che richiedono una risposta immunitaria.

 

Cosa può danneggiare il microbiota intestinale?

Anche se il microbiota dell’intestino vanta capacità davvero incredibili, non è esente da danneggiamenti. Questo avviene, ad esempio, in caso di scombussolamento dell’equilibrio tra i batteri intestinali o di notevole riduzione della popolazione batterica sulla superficie intestinale. Gli esperti parlano in tal caso di disbiosi.

 

Gli effetti dei batteri intestinali alterati sull'organismo

 

Le variazioni possono avvenire su due livelli: da un lato, con la riduzione numerica dei batteri presenti. Il microbiota assomiglia in questo caso a un mosaico. Dall’altro lato, con la riduzione della varietà, nel qual caso diminuisce il numero di ceppi differenti presenti. Tra i fattori scatenanti più frequenti rientrano:

  1. Alimentazione: soprattutto lo stile di vita della popolazione occidentale sottopone l’intestino a un enorme sforzo. Fast food, dieta sbilanciata, alimenti processati o bibite zuccherate: la nostra alimentazione è troppo ricca di elementi nocivi (come zuccheri e acidi grassi saturi) e troppo povera di elementi sani (ad esempio, vitamine e fibre [Prebiotici]). Questo influisce in modo negativo non solo direttamente sull’organismo, ma anche indirettamente sul microbiota, che con questo regime alimentare entra facilmente in uno stato di squilibrio.1

  2. Antibiotici: tutti sanno che gli antibiotici sono il primo farmaco d’elezione contro le infezioni batteriche e sono perciò indispensabili ausili della medicina moderna. La loro efficacia parla da sé. Questi medicinali, però, sono talmente efficaci da annientare contemporaneamente anche i batteri buoni, non riuscendo a fare distinzione tra quelli utili e quelli dannosi. Una terapia antibiotica provoca una vera e propria strage di batteri nell’intestino, danneggiando gravemente il microbiota, che non è più in grado di svolgere appieno la sua funzione, in alcuni casi perfino per periodi prolungati.

  3. Stress: come è risaputo, lo stress colpisce subito lo stomaco. In realtà, sarebbe più corretto dire che colpisce l’intestino. Lo stress cronico e continuativo, in particolare, intacca il microbiota. Alcuni studi hanno dimostrato in modo impressionante che gli agenti patogeni, ovvero i batteri nocivi o “cattivi” presenti nell’intestino dei criceti, in presenza di stress acuto, soppiantano i batteri buoni già entro un brevissimo periodo. In questo caso gli scienziati hanno potuto notare un calo della varietà e del numero di batteri utili.2

  4. Veleni ambientali: veleni ambientali e sostanze tossiche come i pesticidi (ad esempio a causa del famigerato glifosato) o metalli pesanti possono accumularsi nell’organismo e causare danni di lunga durata, anche sul microbiota. I metalli pesanti sono tristemente noti per le loro proprietà mutagene e citotossiche. Molti studi ne hanno già evidenziato gli effetti nocivi sulla flora intestinale. Non solo: l’effetto sull’intestino delle microplastiche, oggi onnipresenti, finora non è ancora stato sufficientemente indagato.3

  5. Infezioni: anche una grave infezione (ad esempio, da batteri, virus o parassiti) può compromettere l'equilibrio del microbiota. I microbi patogeni, ad esempio, possono entrare in diretta competizione con i batteri utili presenti nell’intestino o modificare la composizione dell’ambiente batterico tramite l'attivazione del sistema immunitario. Soprattutto durante l'età neonatale, le infezioni possono avere un effetto a lungo termine sul microbiota.

  6. Stile di vita: alcuni fattori poco benefici per la flora intestinale possono essere perfino influenzati direttamente da parte nostra. Stiamo parlando del consumo di tabacco o alcolici. Alcuni studi hanno dimostrato un collegamento tra fumo e la drastica riduzione del numero e della varietà di batteri intestinali. Lo stesso dicasi per l’eccessivo consumo di alcolici. Inoltre, anche la scarsa attività fisica può influenzare negativamente la vitalità del microbiota e causare una disbiosi.

 

Che effetti hanno i batteri intestinali danneggiati sull’organismo?

Chi ritiene che una flora intestinale danneggiata sia sempre uguale e non abbia alcun influsso sulla nostra vita quotidiana si sbaglia di grosso. Come accennato all’inizio, l’intestino e i suoi microscopici abitanti agiscono su quasi tutte le aree del nostro organismo, perfino sul nostro benessere interiore.

Anche se conosciamo già alcuni aspetti fondamentali di questi processi estremamente complessi, si tratta solo della punta dell’iceberg. Gli effetti di ampia portata del microbiota sulla nostra salute sono oggetto di intense indagini scientifiche e quasi tutti i giorni i ricercatori di tutto il mondo scoprono nuove interconnessioni.

 

Malattie causate da una flora intestinale alterata

  1. Allergie: il fatto che uno squilibrio del microbiota intestinale sia collegato all’insorgenza di allergie è una scoperta piuttosto recente. Questo collegamento si spiega con lo scambio tra il microbiota e il sistema immunitario. Dato che un’allergia è un’eccessiva reazione dell’organismo a sostanze normalmente innocue, anche la risposta immunitaria può risultare alterata in presenza di una disbiosi. Lo stesso dicasi riguardo alle intolleranze alimentari.

  2. Psoriasi: lo stretto rapporto tra microbiota intestinale e sistema immunitario, in presenza di un equilibrio alterato dell’ambiente batterico all’interno dell’intestino, può far sì che il corpo rivolga i propri meccanismi di difesa contro sé stesso, spesso in particolare contro la pelle, cosa che può portare allo sviluppo di malattie autoimmuni identificabili visivamente, come psoriasi e neurodermite.

  3. Adiposità: la composizione dei batteri presenti nel nostro intestino ha un influsso decisivo sul modo in cui metabolizziamo gli alimenti. Gli scienziati hanno rilevato notevoli differenze nella composizione del microbiota di coppie di gemelli umani, uno dei quali magro e l’altro in sovrappeso, malgrado il patrimonio genetico praticamente identico! Dopo aver trasferito il microbiota di questi soggetti su topi nell'ambito di esperimenti, è emerso che gli animali a cui era stato somministrato il microbiota del gemello “grasso”, a parità di razione di cibo, subivano un aumento di peso molto superiore.

  4. Stanchezza e spossatezza: i ricercatori hanno inoltre rilevato somiglianze nella qualità della flora intestinale di persone che si sentivano perennemente stanche e spossate senza apparente causa. Una disbiosi può influenzare non solo il nostro rendimento, ma anche il nostro umore. Ciò si spiega con la produzione, all’interno dell’intestino, di ormoni che sono in stretta comunicazione con il cervello. Questo collegamento è denominato asse intestino-cervello. Di conseguenza, in presenza di una disbiosi, ad esempio, la produzione di serotonina, l’ormone del benessere, risulta alterata.

  5. Disturbi digestivi: la diarrea è spesso il primo indizio di qualcosa che non va nel nostro microbiota intestinale. Ad esempio, può trattarsi della diretta conseguenza di un microbiota indebolito, a seguito di una terapia antibiotica. In tal caso, la barriera intestinale è particolarmente soggetta a infezioni e irritazioni. L’organismo cerca di eliminare più rapidamente possibile le sostanze sospette. Il caso diametralmente opposto è invece rappresentato dalla stitichezza (stipsi). A causa della permanenza più prolungata all’interno dell’intestino, al bolo alimentare viene sottratta sempre più umidità, il che causa di conseguenza problemi di evacuazione. Anche se i collegamenti non sono ancora completamente chiari, oltre ad altre patologie intestinali, si sospetta che la disbiosi possa anche ridurre la peristalsi intestinale e pertanto causare episodi di stitichezza.

  6. Sindrome del colon irritabile (RDS): la sindrome del colon irritabile si manifesta con sintomi come diarrea, dolori addominali e flatulenze o con stipsi in diversa combinazione e intensità. Di solito è difficile individuare uno schema chiaro di insorgenza di questi disturbi. Alcuni studi dimostrano che lo stato del microbiota agisce anche sugli altri strati della parete intestinale. Una disbiosi può pertanto danneggiare la barriera intestinale, consentendo agli agenti patogeni di attraversarla e raggiungere il sistema nervoso enterico situato al di là della barriera.

Questo è solo un elenco delle conseguenze più frequenti di una disbiosi, sebbene non esaustivo. Un microbiota danneggiato può provocare molte malattie (alcune delle quali aspecifiche). Immunodeficienza, malassorbimento (insufficiente assunzione di nutrienti) e perfino la predisposizione all’insorgenza dell’Alzheimer4 o i tratti della nostra personalità5 sono associati alla composizione dei batteri intestinali. L’elenco è lunghissimo e si allunga ogni giorno di più. Gli scienziati, infatti, scoprono regolarmente nuovi collegamenti tra un microbiota caratterizzato da scarsa varietà e numero ridotto di batteri intestinali e disturbi finora avvolti dal mistero, di cui non era mai stata identificata la causa.

 

L’importanza degli antibiotici per la composizione del microbiota

Amici e nemici al tempo stesso: gli antibiotici (dal greco “anti” e “bios”; in italiano, “contro la vita”) fin dalla loro scoperta, avvenuta nel secolo scorso, sono divenuti indispensabili nella medicina moderna. Sono di solito il primo rimedio d’elezione per combattere le infezioni batteriche e curare in modo affidabile le malattie.

Ma questa efficienza ha anche alcuni lati negativi. Il microbiota, infatti, in caso di terapia antibiotica può mietere vittime involontarie all’interno dell’intestino a seguito della strage di batteri. Un antibiotico non fa distinzione tra batteri “buoni” e “cattivi”. Di conseguenza, vengono uccisi anche organismi unicellulari utili, con gravi conseguenze per l’intera flora intestinale e non solo.

Una disbiosi insorta a seguito degli antibiotici è in genere molto pronunciata, per cui le sue ripercussioni si manifestano rapidamente nell'arco di breve tempo: la varietà e la molteplicità di batteri intestinali vengono decimate, tanto che, nell’arco di pochi giorni, perfino di poche ore, dopo l’assunzione, fino a un quarto dei pazienti lamenta spesso episodi di diarrea.

In più, numerosi studi condotti nel 2005, 2008 e 2016 hanno dimostrato ciò che i ricercatori temevano già da tempo: le alterazioni della composizione del microbiota si protraggono per parecchi mesi. Non solo: lasciano anche all’interno dell’intestino un microbiota non completamente guarito e perfino germi resistenti agli antibiotici.6 In alcuni casi, il patrimonio di colonie batteriche importanti non si rigenera pienamente nemmeno a distanza di due anni.7

Se protratta nel tempo, un’alterazione drastica dell’equilibrio microbico può causare un effetto domino di vasta portata all’interno del nostro organismo. Tra le possibili conseguenze rientrano, oltre a disturbi digestivi cronici, disturbi pressoché inspiegabili per i non addetti ai lavori, ma la cui causa è riconducibile a una disbiosi scatenata da antibiotici: costanti problemi di peso, malattie autoimmuni come psoriasi, iperreazioni come allergie o neurodermite, stati di spossatezza inspiegabili, perfino forme di depressione.

Un problema non trascurabile, che rappresenta una grandissima sfida per la medicina, è l’aumento dei germi resistenti, di cui abbiamo accennato in precedenza, contro i quali nessun antibiotico è in grado di funzionare. È perciò importante utilizzare questo tipo di farmaci in modo attento e responsabile per non perdere una delle difese più importanti nella lotta alle infezioni.

A seguito di una terapia antibiotica, oggi si consiglia sempre più spesso un processo di risanamento dell’intestino, che può aiutare a ripristinare la composizione della flora intestinale alle condizioni ottimali.

 

L'importanza degli antibiotici nella composizione del microbiota

 

Come è possibile migliorare in modo mirato la salute della flora intestinale?

Dato che il microbiota ha influssi di vastissima portata sulla nostra salute, ci si chiede se sia possibile influenzare positivamente la flora intestinale tramite provvedimenti mirati per migliorare il proprio benessere.

Questa riflessione è stata fatta già nel IV secolo dal medico cinese Ge Hong. Intuendo l’importanza fondamentale dell’intestino, ricorreva a un metodo, oggi assolutamente inconcepibile, ma davvero rivoluzionario: il trapianto fecale. A tale riguardo Ge Hong trattava i pazienti tramite la somministrazione per via orale di feci umane di altre persone per "rinvigorire” il microbiota intestinale dei malati.

Il principio del trapianto fecale è rimasto presente fino ai giorni nostri sotto forma di trapianto del microbiota fecale, ma viene oggi eseguito in una modalità molto più igienica. Questa terapia, tuttavia, non è esente da rischi, è costosa e viene utilizzata solo come cura sperimentale individuale per specifiche malattie.

A tale riguardo, spesso si parla di cosiddetti probiotici, preparati che tentano in modo analogo di imitare il microbiota intestinale, apportando ceppi batterici selezionati in modo mirato in numero idealmente elevato.

Inoltre, può essere opportuno migliorare la flora intestinale integrando la dieta con alimenti probiotici e prebiotici o ricorrendo ad alcune misure preventive che possono evitare influssi nocivi sul microbiota. Ma di questo parleremo più avanti.

 

In che modo i probiotici possono favorire la salute intestinale?

I “probiotici” (dal greco “pro” e “bios”, ovvero “per la vita”) sono preparati contenenti ceppi batterici vivi o vitali che vengono introdotti nell’organismo per ricostruire il microbiota intestinale o compensare una disbiosi. Va ricordato, però, che ogni probiotico è diverso dagli altri. I probiotici si distinguono nettamente a livello di composizione (ovvero nella selezione dei batteri) e di dosaggio (la quantità di batteri che contengono).

Per alcuni probiotici sono stati documentati i seguenti aspetti:

  1. Favorimento del normale equilibrio intestinale: stress, alimentazione poco sana, infezioni o farmaci possono far sì che l’equilibrio della flora intestinale si sposti a favore dei germi patogeni. Batteri utili, come ad esempio i bifidobatteri o i lattobacilli, vengono in tal caso soppiantati e di conseguenza si crea una disbiosi. Tramite cosiddetti probiotici vengono perciò immessi in modo mirato batteri utili per ripristinare lo stato ottimale del microbiota.

  2. Supporto della risposta immunitaria: un microbiota equilibrato, in caso di penetrazione di agenti patogeni, fa scattare un allarme e segnala alle cellule dendritiche di intervenire contro gli aggressori. Questo processo, in presenza di una disbiosi, può essere alterato, poiché non sono più presenti sufficienti o corretti “trasmettitori”. I preparati probiotici sono in grado di ripristinare questo canale di comunicazione.

  3. Miglioramento della digestione: i prodotti probiotici contengono idealmente batteri presenti naturalmente nell’intestino e danno efficacemente una mano all’intestino durante la digestione. Ciò avviene, producendo enzimi, che ad esempio scindono carboidrati complessi. In tal modo vengono creati acidi grassi a catena corta, che sono indispensabili fonti di energia. Un processo che risulta fortemente limitato in caso di flora intestinale disbiotica.

  4. Risanamento dell’intestino dopo una terapia antibiotica: una terapia antibiotica uccide non solo i germi pericolosi, ma anche i batteri utili che popolano l’intestino. Le disbiosi causate dagli antibiotici sono talmente invasive che il microbiota, in certi casi, non si rigenera completamente nemmeno a distanza di anni. I preparati contenenti batteri vivi mirano a ricostruire questo microbiota letteralmente “raso al suolo” per ripristinare l’equilibrio all’interno dell’intestino.

 

I probiotici forniscono un supporto mirato alla salute intestinale

Criteri di selezione fondamentali per i probiotici sono soprattutto un’elevata varietà di ceppi batterici (devono essercene almeno di 50 tipi) e un numero elevato (identificabile dal numero di unità formanti colonie [UFC]). Anche la selezione di batteri è di fondamentale importanza per avvicinarsi il più possibile alla composizione del microbiota in equilibrio.

Il nostro intestino è abitato da miliardi di microorganismi. I prodotti che contengono solo pochi ceppi in dosaggio ridotto sono solo una goccia nell’oceano e difficilmente riescono a fare qualcosa contro una grave disbiosi.

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Prebiotici: cibo per batteri intestinali sani

Purtroppo, i batteri presenti nel nostro intestino non vivono solo di aria e d’amore. Così come noi, hanno bisogno di cibo per crescere e proliferare. Per il microbiota i prebiotici, fibre per noi indigeribili, sono invece un alimento prelibato. Sono perciò importanti in accompagnamento ai preparati probiotici. Per supportare la flora intestinale è perciò indispensabile creare un’adeguata atmosfera di benessere.

Tra i prebiotici rientrano, tra l’altro, le fibre solubili, ma anche speciali carboidrati che passano dall’intestino tenue all’intestino crasso senza essere digeriti e qui vengono fermentati dai batteri. Gli acidi grassi a catena corta che si creano (ad esempio, acido butirrico, acido acetico o acido propionico) sono di fondamentale importanza sia per l’intestino che per la salute in generale.

Questi sono i benefici dell'assunzione di prebiotici:

1. Promozione della crescita di batteri utili: I prebiotici sono la fonte di alimentazione ideale per i batteri benefici dell’intestino (ad esempio, bifidobatteri e lattobacilli). Un apporto ottimale ne favorisce la crescita e la proliferazione.

2. Miglioramento della barriera intestinale: Gli acidi grassi a catena corta che si creano attraverso la metabolizzazione delle fibre possono rafforzare la barriera intestinale. In particolare, il cosiddetto butirrato, secondo alcuni studi, aiuta a ripristinare una barriera intestinale danneggiata e regola le difese immunologiche dell’intestino.

3. Regolazione della peristalsi: Un maggiore apporto di fibre aumenta il volume delle feci e stimola così la peristalsi naturale, ovvero la motilità intestinale. Ciò riduce il tempo di permanenza degli alimenti nell’intestino e, di conseguenza, la probabilità di stipsi. Tuttavia, molte fibre e sostanze mucillaginose possono causare flatulenze.

4. Supporto del sistema immunitario: Oltre alle proprietà antinfiammatorie degli acidi grassi a catena corta generati durante la fermentazione dei prebiotici, alcune sostanze prebiotiche influenzano anche le difese immunitarie in altri modi. Ad esempio, l’inulina, che si trova nella cicoria o nelle cipolle, è un nutrimento particolarmente amato dai bifidobatteri. Grazie alla loro proliferazione, viene inibita la crescita di batteri come E. coli o clostridia. Le sostanze prebiotiche si trovano in molti alimenti gustosi e facili da integrare nella dieta quotidiana, come banane, cipolle, aglio, prodotti integrali e asparagi.

 

Alimenti prebiotici: cibo per batteri intestinali sani

 

Ricostruire una flora intestinale sana: suggerimenti

Già con alcuni semplici accorgimenti adottabili in modo semplice nella vita quotidiana è possibile supportare in modo mirato la flora intestinale:

  1. Probiotici: i preparati probiotici sono una semplice soluzione per supportare il microbiota. Questi prodotti si sono diffusi a macchia d’olio sul mercato e sono disponibili in molteplici formati, tipologie e soprattutto fasce di prezzo. È importante informarsi in modo accurato prima dell'acquisto e prestare attenzione a importanti criteri di qualità come un dosaggio elevato e un’elevata varietà (almeno 50 ceppi batterici). Ma anche caratteristiche apparentemente trascurabili, come la confezione, dovrebbero essere tenute presenti al momento dell'acquisto. Barattoli e sacchetti, infatti, non proteggono le preziose colture dall’umidità dell’aria, causandone la morte anticipata. Lo standard di riferimento (gold standard) prevede l’utilizzo di cosiddetti blister in alluminio-alluminio.

  2. Alimentazione ricca di fibre: presta attenzione a un’alimentazione varia e soprattutto ricca di fibre. In tal modo fornirai cibo per la tua flora intestinale. Per orientarti, segui questa semplice regola empirica: nel menù di ogni giorno dovrebbero essere sempre presenti almeno tre manciate di verdure e due manciate di frutta. La frutta a guscio non dovrebbe mancare mai in tavola. Inoltre, è importante che i cibi siano più “colorati” possibile. Le tipologie di frutta e verdura di colori differenti coprono la maggior parte del nostro fabbisogno di vitamine, benefiche non solo per l’intestino ma anche per l’intero organismo. In più, le noci forniscono acidi grassi Omega 3 essenziali e importanti sali minerali.

  3. Alimenti probiotici: puoi supportare la flora intestinale, integrando nella tua dieta alimenti probiotici, come ad esempio yogurt, kefir, crauti o il kimchi, alimento coreano attualmente molto apprezzato. Questi contengono già alcuni batteri vivi. In ogni caso, il dosaggio e la varietà delle microcolture che offrono sono nella maggior parte dei casi troppo bassi. In confronto, ottimi preparati contengono in sostanza un numero di batteri pari a quello contenuto in 25 kg di yogurt!

  4. Alimenti prebiotici: con l’ausilio dei probiotici puoi fare del bene al tuo microbiota e pertanto in modo indiretto anche a te stesso. Queste speciali fibre servono come fonte di cibo per i microorganismi buoni presenti nel tuo intestino e ne supportano la crescita e la proliferazione. Banane, avena, cipolle o aglio ne sono ad esempio fonti preziose.

  5. Uso moderato di antibiotici: il tuo medico dovrebbe sempre valutare attentamente l’effettiva necessità di un antibiotico. È anche importante attenersi rigorosamente alle indicazioni riguardo all’assunzione per evitare il riacutizzarsi dei germi in un secondo momento. Non solo l’uso eccessivo di antibiotici favorisce l’insorgenza di resistenze, ma soprattutto i farmaci come gli antibiotici distruggono il microbiota in modo massiccio e continuativo e sono quasi una garanzia di disbiosi. Dopo un trattamento con antibiotici può essere utile il supporto di un probiotico idoneo.

  6. Gestione dello stress: lo stress cronico è uno dei principali fattori che influiscono negativamente sulla flora intestinale. Ricostruirla è più facile da dirsi che da farsi. Esistono però alcuni metodi efficaci per gestire meglio lo stress. Prova, ad esempio, con esercizi di respirazione, yoga o meditazione per rimanere più rilassato nei periodi più impegnativi. Il tuo intestino ti ringrazierà.

  7. Sufficiente apporto d'acqua: il nostro corpo è costituito per più di due terzi da acqua. L’acqua è essenziale per quasi tutte le funzioni del corpo – naturalmente anche per l’intestino. Cerca di bere circa due litri d’acqua al giorno per preservare il bilancio idrico dell’organismo e supportare la funzionalità ottimale dell’intestino. In tal modo puoi ad esempio prevenire la stitichezza. Non solo: alcuni studi hanno dimostrato che i soggetti che bevevano molta acqua presentavano una varietà di tipi di batteri nell’intestino molto più elevata rispetto ai soggetti che bevevano poco.8

  8. Movimento: il movimento stimola il metabolismo e la circolazione. In tal modo viene tra l’altro assicurata la motilità intestinale e viene agevolata la digestione.

 

Blister in alluminio-alluminio

 

Conclusione

Una flora intestinale sana non svolge un ruolo solo secondario nel processo di digestione. Gli scienziati di tutto il mondo hanno scoperto che il microbiota, ovvero la comunità di batteri e microorganismi che vivono nell’intestino, è in realtà un elemento centrale dell’organismo ed è responsabile del nostro benessere e della nostra salute.

Questo complesso ecosistema influenza non solo l’assunzione di nutrienti ma anche il sistema immunitario, il peso, il rischio di contrarre varie malattie e perfino la nostra psiche. Quasi tutti i giorni i ricercatori scoprono ulteriori nessi tra i nostri batteri intestinali e malattie di origine finora misteriosa.

È perciò importante preservare sempre la nostra salute tenendo sott’occhio l’intestino. Un’alimentazione equilibrata, ricca di fibre, alimenti probiotici e prebiotici, può supportare le molteplici funzioni della flora intestinale.

Controllo dello stress, uso attento di antibiotici, uno stile di vita sano e l’assunzione di cosiddetti probiotici possono contribuire a far sentire il microbiota “a proprio agio”.

Domande frequenti

Che effetto hanno i cosiddetti probiotici sull’intestino?

I probiotici imitano idealmente il microbiota dell’intestino nella sua varietà e molteplicità, per compensare lo squilibrio presente nella flora intestinale (disbiosi).

L’intestino è davvero così unico come un’impronta digitale?

Il microbiota è una fotografia di ogni singola persona. A partire dal momento della nascita, il microbiota raccoglie “informazioni batteriche” in base ad influssi ambientali, fattori genetici, abitudini alimentari e simili. È perciò unico e irripetibile per ogni persona. Tuttavia, si possono identificare alcuni tratti comuni che caratterizzano sempre il microbiota umano.

Cos’è l’asse intestino-cervello?

L’asse intestino-cervello indica le interazioni o la comunicazione tra l’intestino e il cervello. Entrambi gli organi comunicano tra loro tramite rilascio di ormoni, reazioni immunitarie e impulsi neuronali. Questo è il motivo per cui il microbiota intestinale può avere effetto su fattori psicologici come il nostro umore o perfino la nostra salute psichica.

Cosa sono i microorganismi dell’intestino?

Il nostro intestino è abitato da miliardi di microorganismi che insieme formano un ecosistema complesso e sensibile: il cosiddetto microbiota. Quest’ultimo è composto da virus, funghi ed archei, in particolare da batteri. Questi non solo rivestono un ruolo importante per la digestione ma al tempo stesso sono la ‘cabina di regia’ di un numero incalcolabile di funzioni dell’organismo. Il microbiota è perciò un importantissimo alleato del sistema immunitario.

Autor des Ratgeber-Artikels zur Darmgesundheit und Ernährung – Fachkundige Tipps für eine gesunde Darm-Ernährung
Autore di questo articolo:

Thomas Weber-Lorenz

Scopri di più

Fonti:

[1] Zhang P. (2022): Influence of Foods and Nutrition on the Gut Microbiome and Implications for Intestinal Health. Int J Mol Sci. 2022 Aug 24;23(17):9588. doi: 10.3390/ijms23179588.
[2] Partrick K. A., Chassaing B., et al. (2018): Acute and repeated exposure to social stress reduces gut microbiota diversity in Syrian hamsters. Behav Brain Res. 2018 Jun 1;345:39-48. doi: 10.1016/j.bbr.2018.02.005.
[3] Bist P., Choudhary S. (2022): Impact of Heavy Metal Toxicity on the Gut Microbiota and Its Relationship with Metabolites and Future Probiotics Strategy: a Review. Biol Trace Elem Res. 2022 Dec;200(12):5328-5350. doi: 10.1007/s12011-021-03092-4.
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