Microbiota intestinale

Barriera intestinale: struttura dell’intestino

Tempo di lettura: 13 min
a cura di Thomas Weber-Lorenz
a cura di Thomas Weber-Lorenz
Martin Gschwender – Specialista in materia di micronutrienti

Revisione scientifica a cura di: Martin Gschwender

Con una lunghezza di fino a otto metri e una superficie delle dimensioni di mezzo campo da Badminton, l’intestino è un organo di impressionante grandezza. Ma anche osservandolo più da vicino, è un vero e proprio capolavoro. La sua parete interna è composta da un sottilissimo strato di cellule epiteliali, la cosiddetta barriera intestinale, che protegge il nostro organismo da sostanze dannose e, parallelamente, svolge il faticosissimo compito di assimilare le sostanze nutrienti.

Barriera intestinale: struttura dell’intestino

In sintesi

  • La barriera intestinale è uno dei tre strati dell’intestino, protegge l’organismo dalle sostanze nocive ed è al tempo stesso responsabile dell’assimilazione di nutrienti.

  • La barriera intestinale forma, insieme al microbiota e allo strato di muco, la parete intestinale. A tale riguardo è detta anche epitelio intestinale o mucosa intestinale.

  • Un’alimentazione non equilibrata, l’assunzione di farmaci, lo stress cronico o gli alcolici possono danneggiare la barriera intestinale.

  • Una barriera intestinale danneggiata può manifestarsi in vari disturbi, ad esempio problemi di digestione, costante sensazione di stanchezza e maggiore sensibilità al dolore.

  • La barriera intestinale può essere protetta e rinforzata tramite un’alimentazione equilibrata, il consumo di prebiotici, la gestione dello stress e un utilizzo responsabile dei farmaci. Esamineremo anche l’utilità dei cosiddetti ceppi batterici speciali.

 

Barriera intestinale – Rafforzare la flora intestinale

 

Cos’è la barriera intestinale e perché è importante?

La barriera intestinale è uno strato protettivo che riveste la parte interna dell’intestino (lume intestinale) e svolge, in senso figurato, la funzione di ‘buttafuori’. Gestisce infatti il complesso compito, dal punto di vista metabolico, di far passare le sostanze nutritive provenienti dall’interno dell’intestino e contemporaneamente impedire la penetrazione di sostanze patogene facoltative, come tossine e batteri, all’interno dell’organismo. Questa parziale permeabilità è detta anche permeabilità selettiva.

A tal fine, la barriera è composta da cellule epiteliali intestinali, strettamente collegate tra loro. Insieme formano uno strato, denominato anche mucosa intestinale. Insieme agli strati sovrastanti, ovvero il microbiota e lo strato di muco, viene così creata la parete intestinale. La loro interazione contribuisce in modo decisivo al mantenimento della salute del nostro intestino e, non da ultimo, protegge l’intero corpo dalle malattie. Proprio per questo motivo una barriera intestinale intatta è di fondamentale importanza.

 

Definizione di barriera intestinale

 

Struttura e funzionamento della barriera intestinale

Anche se la barriera intestinale, con i suoi tre strati adiacenti, funge da unica entità, ciascuno strato svolge propri compiti estremamente importanti per la salute dell’organismo. A seconda del livello di dettaglio, è possibile osservare la parete intestinale da diverse prospettive. Sostanzialmente, il rivestimento dell’intestino è composto tuttavia dal microbiota, dallo strato di muco sottostante e dallo strato di cellule epiteliali intestinali, situato ancora più sotto. Di seguito riportiamo una descrizione più precisa di questi tre strati:

Strato 1: microbiota - il microscopico tuttofare

Per microbiota intestinale si intende la comunità di microorganismi vivi, presenti all’interno dell’intestino. Oltre ai batteri, che formano la maggior parte di questo ecosistema tarato alla perfezione, contiene anche virus, funghi e cosiddetti archei.

Questa fitta coltre di batteri è insediata sulla superficie dello strato di muco, che in condizioni normali funge da terreno fertile. Tra gli esemplari più frequenti delle specie di batteri qui presenti rientrano bifidobatteri e lattobacilli. Questi non sono comunque gli unici.

Particolarmente interessante è il fatto che questi batteri, oltre a favorire il processo digestivo, riescono a fare cose straordinarie. In tal modo aumentano la biodisponibilità di determinati nutrienti come calcio o fosforo. Inoltre, sono anche in grado di produrre vitamine e di introdurle nell’organismo. In più, il microbiota è in stretto rapporto di scambio con il sistema immunitario, lo tiene in allenamento e, in casi gravi, può inviare segnali per richiamare una rapida difesa immunitaria.1 Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Di conseguenza, lo studio del microbiota è diventato uno dei maggiori settori di ricerca moderni.

Questa struttura, chiamata comunemente flora intestinale, è in stretto rapporto di scambio con gli altri strati della barriera intestinale. Alcuni studi hanno dimostrato che i danni a uno strato possono anche influire sugli strati circostanti.

 

Il microbiota è il primo strato della barriera intestinale

 

Strato 2: strato di muco – barriera protettiva

Lo strato di mucosa è noto anche come secondo strato o strato intermedio della barriera intestinale. È composto da mucosa (muco), costituita da un complesso composto di proteine, glicoproteine ed elettroliti e secreta dalle ghiandole mucosali dello strato di cellule epiteliali. Questo strato di mucosa serve, da un lato, come terreno fertile per il microbiota e, dall’altro, forma una barriera protettiva dell’epitelio contro sollecitazioni meccaniche o la penetrazione di sostanze dannose indesiderate, come germi patogeni facoltativi o tossine.

Il corretto “mix” dello strato di muco determina, tramite il livello di umidità presente nell’intestino, la conducibilità e la capacità di legarsi ai patogeni nocivi facoltativi. Un eccesso, ma soprattutto una quantità insufficiente di mucosa può causare varie patologie intestinali e rendere vulnerabile lo strato delle cellule epiteliali intestinali.2

 

Lo strato di muco è lo strato intermedio della barriera intestinale

 

Strato 3: barriera intestinale / strato di cellule epiteliali intestinali: permeabilità selettiva e difese immunitarie

Lo strato delle cellule epiteliali intestinali è quello collocato più in profondità fra i tre strati che compongono la barriera intestinale ed è spesso chiamato anche mucosa intestinale. È composto da un unico strato di cosiddette cellule epiteliali, altamente specializzate. Il suo lato rivolto verso il lume dell’intestino è disseminato di estensioni cellulari filiformi, i microvilli, che consentono un assorbimento ottimizzato dei nutrienti, poiché ampliano ulteriormente e di gran lunga la superficie effettiva dell’intestino.

Le cellule epiteliali intestinali sono collegate mediante stretti collegamenti cellulari, detti ‘tight junctions’. Questi consentono in modo selettivo alle sostanze nutritive, come ad esempio glucosio o aminoacidi, di entrare nella circolazione sanguigna. Al tempo stesso, tuttavia, mantengono a tenuta stagna la barriera intestinale contro sostanze potenzialmente nocive, come germi patogeni, tossine o particelle di cibo non digerite. 3

Oltre a questa funzione protettiva fisica, l’intestino svolge anche un’importante compito di protezione immunogenica: l’epitelio intestinale, infatti, ospita un complesso sistema di cellule immunitarie (circa il 70% dell’intera lunghezza all’interno del corpo), in stretto rapporto di scambio con il microbiota, che, in caso di intrusione indesiderata lancia un primo “allarme” e attiva in tal modo la reazione di difesa. E questo non solo in presenza di agenti patogeni che attaccano l’intestino, ma anche in organi molto lontani dall’intestino, come ad esempio la milza.

Se la barriera intestinale è danneggiata, questo processo può però presentare anomalie. Se penetrano germi nocivi nello strato delle cellule epiteliali, possono insorgere irritazioni e infiammazioni della barriera intestinale, che possono limitarne ulteriormente la funzionalità. Di conseguenza, anche la comunicazione simbiotica tra il microbiota e il sistema immunitario associato all’intestino situato dall’altro lato della barriera intestinale può risultare ostacolata.

 

Lo strato delle cellule epiteliali intestinali costituisce il terzo strato della barriera intestinale

 

Quali fattori possono influenzare la barriera intestinale?

  1. Alimentazione: Gli strati dell’intestino non solo trasportano e assimilano gli alimenti, ma reagiscono anche a loro. In particolare, se l’alimentazione per un periodo di tempo prolungato non è equilibrata, ad esempio è povera di fibre o è costituita prevalentemente da alimenti processati, la barriera intestinale può subire danni e diventare più permeabile.'

  2. Farmaci: Alcuni farmaci possono intaccare gli strati della parete intestinale in vari modi. Gli antibiotici, in particolare, fanno una vera e propria tabula rasa all’interno dell’intestino. Non distinguono infatti tra batteri buoni e cattivi. Quello che ne resta è un microbiota gravemente danneggiato, uno stato denominato ‘disbiosi’. Ma anche i farmaci antinfiammatori non steroidei e gli inibitori della pompa protonica possono influire negativamente sia sulla flora intestinale che sulla barriera intestinale.

  3. Stress: Lo stress è veleno puro per l’intestino. Per stress non si intendono naturalmente brevi periodi stressanti, ma lo stress cronico, che può influire in modo estremamente negativo sul microbiota e sull’epitelio intestinale. Alcuni studi hanno dimostrato che un carico di stress continuo può ridurre la varietà e il numero di batteri intestinali e aumentare perfino la permeabilità dell’intestino. In alcuni casi, a causa dell’aumento protratto nel tempo del livello di cortisolo (cortisone secreto dall’organismo) può svilupparsi una sindrome del leaky gut.

  4. Alcolici e fumo: Vizi quotidiani, come fumare di tanto in tanto una sigaretta o bere regolarmente una birra dopo il lavoro, sono notoriamente abitudini non proprio salutari. Anche il nostro intestino reagisce in modo sensibile al consumo di questi generi voluttuari. Alcuni studi hanno dimostrato che il fumo o un eccessivo consumo di alcolici sono collegati a varie patologie dell’intestino, come disturbi disbiotici o infiammatori.

  5. Infezioni: Non solo, ma soprattutto in presenza di una disbiosi i batteri “nocivi” e i virus sempre più presenti possono attaccare la barriera intestinale e alterarne la funzione filtrante e immunitaria. Questo, a sua volta, può anche compromettere la qualità dello strato di muco4,5

  6. Genetica: Come molti altri difetti, anche la predisposizione a problemi intestinali e disturbi della barriera cutanea possono essere ricondotti a fattori genetici.


Quali sintomi sono indici di una barriera intestinale danneggiata?

In presenza di una barriera intestinale danneggiata è ovvio pensare a problemi di digestione. Contrariamente a questa convinzione, questi deficit possono anche manifestarsi in molti altri sintomi aspecifici. Molti di questi sono attualmente oggetto di intense ricerche. Tra questi:

  • Sindrome del colon irritabile e disturbi intestinali ricorrenti: La maggiore permeabilità della barriera intestinale può far sì che i germi patogeni facoltativi penetrati nell’organismo irritino il sistema nervoso enterico che la barriera protegge. Questo può manifestarsi, nei soggetti interessati, in vari disturbi intestinali, ma può anche portare a malattie come la sindrome del colon irritabile. I ricercatori hanno infatti dimostrato che una barriera intestinale danneggiata rientra tra le cause più frequenti della sindrome del colon irritabile. Ciò si manifesta in sintomi molto fastidiosi, come diarrea, dolori addominali e flatulenze, che in genere insorgono in modo improvviso e violento.

  • Stanchezza cronica: Una maggiore permeabilità può far sì che le sostanze dannose e gli agenti patogeni, che in realtà dovrebbero essere espulsi insieme alle feci, penetrino nella circolazione sanguigna. Dato che l’estenuante lavoro del sistema immunitario e la disintossicazione svolta dal fegato, senza che i diretti interessati se ne rendano conto, funziona costantemente a pieno ritmo, in caso di barriera alterata possono manifestarsi anche inspiegabili stati di stanchezza e spossatezza continui.7

  • Maggiore sensibilità al dolore: Anche se è difficile da credere, perfino dolori cronici come, ad esempio, il mal di schiena sono riconducibili all’intestino: se all’interno della barriera intestinale si formano piccolissimi danneggiamenti, le cosiddette microlesioni, agenti patogeni e tossine possono penetrare nell’organismo praticamente indisturbati. Alcuni studi hanno dimostrato che ciò aumenta il grado di infiammazione sistemica, attraverso il quale il nostro sistema immunitario reagisce con meccanismi di protezione, che fanno aumentare la sensibilità al dolore (iperalgesia).8,9

  • Sintomi psichici: L’intestino e il cervello comunicano tra loro tramite diversi canali, ad esempio per via neuronale e ormonale. Di importanza fondamentale è, in questo caso, l’ormone del benessere, la serotonina, che si crea in buona parte nell’intestino e non solo regola il ritmo sonno-veglia, ma può influenzare anche il nostro umore. Se sono presenti anomalie della barriera intestinale, questo canale di comunicazione, denominato dai ricercatori asse intestino-cervello, può risultare compromesso. Questo può manifestarsi in sintomi psichici come le forme depressive.

     

    Übermäßige Durchlässigkeit des Darms: Leaky Gut

    Come accennato, la barriera intestinale è dotata di una permeabilità selettiva, ovvero una permeabilità in funzione della sostanza in questione. Normalmente i nutrienti vengono lasciati passare, mentre viene bloccato l'accesso verso il restante organismo a sostanze indesiderate come germi patogeni e tossine.

     

    Raffigurazione di una barriera intestinale sana e danneggiata

     

    Se lo strato di cellule epiteliali intestinali è danneggiato a causa di diversi fattori come stress, alcuni farmaci o elementi simili, la barriera intestinale potrebbe non essere più in grado di svolgere la sua funzione filtrante e lasciar passare anche sostanze tossiche. Gli esperti parlano in questo caso di sindrome del leaky gut che, come accennato in precedenza, può causare una miriade di problemi di salute.

    È solo una questione di selezione. Le conseguenze di una maggiore permeabilità dell’intestino sono attualmente oggetto di intensi studi, che portano regolarmente alla scoperta di nuove correlazioni.

     

    Barriera intestinale normale

     

    Come è possibile proteggere e rafforzare la barriera intestinale?

    Prima che sia troppo tardi, può essere utile prevenire la salute dell’intestino in modo preventivo. A questo punto vorremmo suggerirti alcune possibilità per contribuire a salvaguardarlo.

    Metodi per favorire la salute dell’intestino

    1. Alimentazione sana: Durante la tua vita quotidiana adotta un’alimentazione equilibrata e ricca di fibre. Frutta e verdura di diversi colori forniscono un’ampia gamma di vitamine. Proteine magre e grassi buoni (con un’elevata percentuale di acidi grassi Omega 3) devono essere sempre presenti nella dieta che fa felice l’intestino. Il cambiamento di alimentazione riveste un ruolo importante a supporto di una barriera intestinale funzionante.

    2. Dieta povera di FODMAP: I FODMAP sono oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli o anche polisaccaridi, disaccaridi e monosaccaridi fermentescibili e polialcoli, presenti in molti alimenti, che difficilmente riescono a essere assorbiti dall’intestino tenue. Un progetto di studio ha chiaramente dimostrato che un’alimentazione sostanzialmente priva di FODMAP può influire positivamente sulla barriera intestinale.10 Questa dieta è raccomandata addirittura dalla linea guida medica S3 per il trattamento della sindrome del colon irritabile.11

    3. Prebiotici: Determinati alimenti contengono prebiotici. Si tratta soprattutto di fibre speciali, che l’intestino non è in grado di metabolizzare autonomamente. I batteri del microbiota, invece, sì. Queste sostanze servono a loro come fonte di cibo, il che può contribuire alla loro crescita. Alcuni alimenti che contengono prebiotici sono, ad esempio, le cipolle, l’aglio e la cicoria.

    4. Stile di vita sano: Lo stress, ovviamente, non si può eliminare semplicemente dall’oggi al domani, ma puoi comunque contribuire ad abbassare il livello di stress generale con l’ausilio di esercizi di respirazione, meditazione o yoga. Cerca di dormire a sufficienza, pratica sport ed evita abitudini poco sane come alcolici o fumo. Il tuo intestino ti ringrazierà.

    5. Ricorso responsabile ai farmaci: Utilizza sempre i farmaci solo ed esclusivamente su prescrizione medica. Gli inibitori della pompa protonica, ma anche gli antibiotici, possono avere gravi effetti sul microbiota e sulla qualità della barriera intestinale. Per questo motivo molte persone reagiscono all’assunzione degli antibiotici con la diarrea. Dopo la terapia, può perciò essere opportuno supportare e ripristinare la flora intestinale tramite cosiddetti probiotici.

     

    Il ruolo di ceppi batterici specifici nella stabilizzazione della barriera intestinale

    Il nostro organismo dispone di straordinarie capacità di autoguarigione. Basti pensare ai tempi rapidi in cui è in grado di cicatrizzare ferite da taglio o guarire fratture ossee. Questo, tuttavia, è possibile solo se queste lesioni vengono salvaguardate.

    Lo stesso avviene con la funzione di barriera dell’intestino. Anche quest’ultima è in grado di curare in modo autonomo le ferite subite, come le microlesioni. Ma, così come avviene quando ci si taglia un dito, anche all’interno dell’intestino la cicatrizzazione della ferita viene ostacolata se i punti esposti non vengono protetti dalla penetrazione dei batteri mediante un bendaggio e, di conseguenza, continuano a verificarsi irritazioni. La differenza: nell’intestino non si può applicare semplicemente questo principio medico collaudato.

    Per questo motivo il ricercatore italiano Prof. Guglielmetti nel 2009, si è chiesto se fosse possibile, in qualche modo, proteggere la barriera intestinale danneggiata in modo sufficientemente prolungato, fino a quando non si è rigenerata autonomamente. La sua brillante idea consisteva nell’applicare questo principio tramite specifici ceppi batterici che si depositano sulle cellule epiteliali.

    Dopo alcuni anni di ricerca, il Prof. Guglielmetti si è imbattuto effettivamente in un esclusivo ceppo batterico, con capacità di adesione e incollaggio a queste cellule fino a 10.000 volte superiore rispetto a tutti gli altri ceppi testati.12

    Nell’ambito di uno studio impegnativo di questo specifico ceppo batterico è stata testata l’efficacia di questo ceppo batterico in pazienti affetti da sindrome del colon irritabile, con risultati estremamente positivi. È stato dimostrato che il 57% dei partecipanti all’esperimento, che avevano ricevuto questo specifico ceppo batterico, hanno riscontrato un netto miglioramento dei sintomi associati alla sindrome del colon irritabile. In confronto, nel gruppo placebo questo valore era solo del 21%.13

    Da allora, questo approccio consistente nell’utilizzare specifici ceppi batterici in caso di lesioni sullo strato inferiore dell’intestino è considerato tra i più promettenti.

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    Conclusione

    Insieme al microbiota e allo strato di muco, la barriera intestinale (detta anche strato di cellule epiteliali intestinali) è una barriera altamente specializzata che separa la parte interna dell’intestino dal resto del corpo. Per questo la barriera intestinale deve essere al tempo stesso permeabile alle sostanze nutritive, ma bloccare l’accesso a germi patogeni facoltativi.

    In caso di danneggiamento della barriera intestinale possono verificarsi svariati disturbi come problemi digestivi, stanchezza e perfino sintomi psichici. Ciò dimostra quanto sia importante una barriera intestinale sana per il benessere in generale. Un’alimentazione equilibrata, la gestione dello stress e l’utilizzo attento dei farmaci aiutano a proteggere la barriera intestinale e a preservarne la funzionalità. Inoltre, può essere utile supportarla mediante appositi ceppi batterici specifici.

    Domande frequenti

    Cos’è una disbiosi?

    Gli esperti parlano di disbiosi quando il microbiota dell’intestino, ovvero la comunità dei batteri che vi abitano, entra in uno stato di squilibrio. In tal caso, sia la varietà di questo ecosistema, sia il numero di ceppi batteri che lo popolano si riducono. Al tempo stesso, i batteri indesiderati possono moltiplicarsi in modo incontrollato e contribuire all’insorgenza di problemi di salute come, ad esempio, immunodeficienza o variazioni di peso.

    La sindrome del colon irritabile è collegata all’intestino permeabile?

    L’intestino permeabile (“leaky gut”) descrive un fenomeno, in cui la maggiore permeabilità della barriera intestinale fa sì che più sostanze nocive attraversino questo scudo protettivo naturale, cosa che spesso avviene in caso di barriera intestinale danneggiata. Sempre più studi dimostrano che la sindrome del colon irritabile, che di norma si manifesta con sintomi ricorrenti come diarrea, dolori addominali, flatulenze e stipsi, è collegata a un intestino “bucherellato”. Le sostanze pericolose per la salute irritano il sistema nervoso enterico che si trova dietro alla barriera intestinale e possono perciò causare i suddetti sintomi. Spesso si possono rilevare reazioni infiammatorie tramite sostanze presenti nelle urine o aumenti di determinati valori nelle feci.

    Come è chiamato un disturbo della barriera intestinale?

    Un disturbo della barriera intestinale viene spesso denominato anche “leaky gut”, ovvero “intestino permeabile”. In questo caso, nell’epitelio intestinale sono presenti piccolissimi danneggiamenti, le cosiddette microlesioni. Il nome si deve al fatto che queste microlesioni determinano una maggiore permeabilità della barriera intestinale, attraverso la quale i germi patogeni e le tossine irritano il sistema nervoso enterico e, al tempo stesso, riescono a penetrare nella circolazione sanguigna.

    È possibile riparare una barriera intestinale danneggiata?

    La barriera, come la maggior parte degli altri tessuti, è in grado di rigenerarsi autonomamente. In ogni caso, può funzionare solo se sono soddisfatti tutti i requisiti necessari. A ciò possono contribuire, tra gli altri, un’alimentazione equilibrata, la riduzione dello stress e l’assunzione responsabile di farmaci. Gli esperti stanno inoltre valutando la potenziale utilità di specifici ceppi batterici in tal senso.

    Autor des Ratgeber-Artikels zur Darmgesundheit und Ernährung – Fachkundige Tipps für eine gesunde Darm-Ernährung
    Autore di questo articolo:

    Thomas Weber-Lorenz

    Scopri di più

    Fonti:

    [1] Probst H. C., Schaupp L., et al. (2020): Microbiota-Induced Type I Interferons Instruct a Poised Basal State of Dendritic Cells. Cell. 2020 May 28;181(5):1080-1096.e19. doi: 10.1016/j.cell.2020.04.022.
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