Microbiota intestinale

Cos’è la disbiosi intestinale e come è possibile trattare lo squilibrio della flora intestinale? Cause e sintomi

Tempo di lettura: 7 min
a cura di Thomas Weber-Lorenz
a cura di Thomas Weber-Lorenz
Martin Gschwender – Specialista in materia di micronutrienti

Revisione scientifica a cura di: Martin Gschwender

Il microbiota o flora intestinale, ovvero la comunità di batteri e microorganismi che vivono all’interno dell’intestino è un ecosistema incredibilmente complesso. Negli ultimi decenni gli scienziati hanno scoperto che questa struttura affascinante non solo ci supporta nella digestione, ma ha effetti di vasta portata sul nostro intero organismo. Ad esempio, il sistema immunitario e perfino la nostra salute psichica sono strettamente connessi al microbiota. Come in ogni ecosistema, però, anche la flora intestinale può “scombussolarsi” se prendono il sopravvento fattori negativi. Questo squilibrio viene chiamato dagli esperti disbiosi. Qui ti sveliamo come si crea la disbiosi, quali sono le sue conseguenze e come è possibile gestirla.

Disbiosi: definitione, cause, sintomi e trattamento

Cos’è la disbiosi intestinale?

Il termine disbiosi indica, in sostanza, lo squilibrio nei “rapporti di forza microbici e batterici” all’interno di un microbiota – in questo caso del microbiota che si insedia nello strato di muco dell’intestino.

Normalmente i miliardi di batteri, virus, funghi e archei del microbiota sono tra loro in un rapporto delicato, tarato con estrema precisione, per stabilizzare la nostra salute. Per avere un’idea più precisa, possiamo paragonarlo a uno stagno in un giardino. Anche in questo ecosistema le varie specie vegetali e animali – tra cui i batteri – sono tra loro in rapporto simbiotico. Se però, ad esempio, si verificano sbalzi di temperatura troppo bruschi a causa di una forte irradiazione solare, possono diffondersi alghe e batteri pericolosi, che causano carenze di ossigeno, le quali, a loro volta, fanno soffrire anfibi e insetti. A poco a poco l’habitat viene messo a soqquadro.

Lo stesso può accadere all’interno dell’intestino. A causa di vari fattori, che illustreremo più avanti, ad esempio, la varietà e/o la molteplicità di batteri indispensabili possono ridursi e contemporaneamente possono diffondersi batteri indesiderati. Nel complesso, questi fenomeni caratterizzati da un danneggiamento o un’alterazione dell’equilibrio vengono denominati disbiosi.

 

Cos’è una disbiosi intestinale

 

Cause della flora intestinale danneggiata

Come nasce, di preciso, una disbiosi? Spesso la causa di un microbiota danneggiato non è riconducibile a un solo fattore. Una flora intestinale alterata può essere il risultato di una combinazione dei seguenti fattori scatenanti frequenti:

  1. Farmaci / antibiotici: gli antibiotici sono farmaci indispensabili nella medicina moderna. Purtroppo, non combattono soltanto i batteri responsabili delle malattie, ma anche quelli di cui abbiamo bisogno. Una terapia antibiotica prolungata rade completamente al suolo la flora intestinale. Alcuni studi, inoltre, hanno dimostrato che determinati farmaci (ad esempio gli inibitori della pompa protonica1 o gli antinfiammatori/antidolorifici FANS2) possono ridurre la varietà del microbiota, ovvero il numero di ceppi batterici differenti. A causa di questo influsso sulla flora intestinale possono insorgere malattie intestinali e in alcuni casi può crearsi una disbiosi.

  2. Alimentazione non equilibrata: lo stile alimentare del mondo occidentale mette a dura prova la flora intestinale. Fast-food, alimentazione sbilanciata o cibi ultra-processati sono di norma ricchi di zuccheri e acidi grassi saturi e quindi poveri di vitamine e fibre. Di conseguenza, può crearsi una disbiosi.3

  3. Stress: quando diventa uno stato continuo (stress cronico), lo stress può avere ripercussioni negative sulla qualità del microbiota. Gli scienziati lo hanno dimostrato tramite studi condotti sui roditori.4

  4. Fattori ambientali: ciò che non fa bene alla natura, di norma non fa bene nemmeno a noi. Oggi siamo sempre più esposti a tossine, pesticidi o metalli pesanti. È stato dimostrato che queste sostanze possono contribuire a una disbiosi. A ciò si aggiungono le conseguenze, finora non sufficientemente indagate, delle microplastiche che si accumulano nel nostro corpo.5

  5. Malattie: la flora intestinale, oltre a essere di per sé frutto di un delicato equilibrio, in quanto parte della tonaca mucosa è anche in diretto collegamento con gli altri due strati della parete intestinale. Le malattie che compromettono la barriera intestinale (ad esempio, morbo di Crohn, altre patologie infiammatorie dell’intestino o la sindrome del colon irritabile) intaccano le “fondamenta” del microbiota, scombussolando anche i batteri della flora intestinale.

  6. Stile di vita: tutti sanno che i piccoli vizi quotidiani sono poco salutari. Non tutti sanno però che prodotti di consumo come sigarette e alcolici sono dannosi anche per il microbiota. Alcuni studi confermano l’esistenza di un nesso tra fumo o eccessivo consumo di alcolici e riduzione della molteplicità e varietà dei batteri intestinali.6

 

Quali sintomi sono indici di una flora batterica danneggiata?

L’intestino è il centro del nostro benessere. Se c’è qualcosa che non va nei suoi microscopici abitanti, ovvero è presente una disbiosi, possono manifestarsi vari disturbi. Tra i più comuni rientrano i seguenti:

  • Immunodeficienza: dato che il 70% dell’intero sistema immunitario umano si trova nell’intestino (qui ha sede l’80% delle cellule plasmatiche responsabili della produzione degli anticorpi), un microbiota equilibrato riveste un ruolo di importanza fondamentale nella risposta immunitaria. Se questo equilibrio viene meno, può di conseguenza ridursi la funzionalità del sistema immunitario.

  • Problemi cutanei: una disbiosi può essere co-responsabile dell’insorgenza di vari problemi cutanei, dall’acne fino alla psoriasi o alla neurodermite. Malattie autoimmuni come le ultime due possono insorgere se si altera la comunicazione tra batteri intestinali utili e sistema immunitario. L’organismo, in tal caso, rivolge i meccanismi di difesa contro sé stesso.

  • Stanchezza e spossatezza: nel 2013 il ricercatore Marc Frémont ha scoperto che il microbiota di persone spesso stanche e spossate presentava alterazioni simili. Mentre alcuni ceppi batterici erano sovrarappresentati, ne mancavano altri – la flora intestinale risultava danneggiata.7

  • Problemi di sovrappeso: la disbiosi può compromettere notevolmente il metabolismo degli alimenti. Gli scienziati, a tale riguardo, sono giunti a scoperte sensazionali: in coppie di gemelli, uno dei quali magro e l’altro in sovrappeso, hanno constatato notevoli differenze a livello di flora intestinale. Nel corso di esperimenti in laboratorio, in cui i rispettivi microbioti sono stati trasferiti a due gruppi di topi, gli animali con il “microbiota del soggetto in sovrappeso” sono ingrassati in modo significativamente superiore, pur a parità di razione di mangime.8

  • Allergie e intolleranze alimentari: un’allergia è una reazione eccessiva del sistema immunitario a sostanze apparentemente innocue come pollini o determinate proteine (antigeni). Normalmente le nostre difese sono in grado di distinguere tra intrusi innocui e intrusi dannosi. Se però è presente uno squilibrio della flora intestinale, questo sistema di riconoscimento può risultare alterato e le difese immunitarie si attivano anche in caso di “falso allarme”.

E l’elenco potrebbe continuare, basti pensare, ad esempio, a disturbi digestivi o depressione.

 

I sintomi della disbiosi

 

Disbiosi – che fare?

Dato che autorevoli ricercatori di tutto il mondo hanno dimostrato che molti disturbi dalle cause misteriose sono potenzialmente riconducibili a una disbiosi, è logico chiedersi cosa si possa fare concretamente per ripristinare la flora intestinale danneggiata. A tal fine, provvedimenti come cambiare abitudini alimentari o assumere cosiddetti probiotici possono dare un contributo al ripristino dell'equilibrio della flora intestinale. Alcuni di questi metodi sono di solito denominati risanamento dell’intestino.

 

Quali alimenti possono aiutare a riequilibrare la flora intestinale?

Non esiste un concetto di alimentazione valido per tutti, che sia d’aiuto, in particolare, in caso di disbiosi. Tuttavia, scegliendo correttamente gli alimenti è già possibile dare un piccolo contributo all’equilibrio della flora intestinale. A tale riguardo sono fondamentali gli alimenti probiotici e prebiotici.

Alimenti probiotici: alcuni alimenti contengono colture vive, che in genere si creano tramite processi di fermentazione. Importante da sapere: la maggior parte di questi alimenti, associati ai probiotici, contengono però solo pochi ceppi batterici differenti, normalmente in un dosaggio esiguo. L’intestino è abitato però da un numero talmente elevato di batteri, che il contributo di questi alimenti risulta troppo ridotto in caso di disbiosi. Tra gli alimenti probiotici rientrano tra gli altri:

  • Yogurt
  • Kefir
  • Crauti
  • Kimchi
  • Miso

Alimenti prebiotici: i prebiotici sono componenti di alimenti (in genere fibre) che non sono digeribili dall’uomo, ma che servono ai batteri dell’intestino come fonte di cibo e che vengono da loro metabolizzati. Per questo sono molto utili per la crescita di questi batteri. I prebiotici sono presenti soprattutto in questi alimenti:

  • Aglio
  • Cipolle
  • Carciofi
  • Banane
  • Fiocchi d’avena

 

Che collegamento esiste tra probiotici e disbiosi?

Oltre ai provvedimenti citati per favorire una flora intestinale equilibrata, può essere utile anche l’assunzione di cosiddetti “probiotici specifici”. Si tratta di colture batteriche vive o vitali che vengono introdotte in modo mirato per intervenire sul microbiota intestinale. Al contrario degli alimenti probiotici più generici, che di norma contengono solo pochi ceppi batterici in dosaggio ridotto, i produttori in questo caso possono determinare con precisione la varietà, la molteplicità, la composizione e la specificità esatta dei ceppi.

Infatti, nessun batterio è uguale agli altri. Per questo la specificità dei ceppi riveste un ruolo così importante. Analogamente ai fratelli gemelli, anche i ceppi batterici imparentati possono distinguersi fondamentalmente tra loro a livello di proprietà e caratteristiche. E questo nonostante possiedano un patrimonio genetico prevalentemente identico. I risultati di studi condotti su un determinato ceppo batterico non possono perciò essere ritenuti validi anche per altri ceppi imparentati.

L’obiettivo del consumo di “probiotici” non è solo favorire la digestione, ma anche compensare i deficit della flora intestinale. In tal modo, importanti ceppi batterici assenti possono di nuovo insediarsi e di conseguenza respingere batteri intestinali nocivi.

Dato che l’intestino è abitato da circa 100 miliardi di batteri, è importante prestare attenzione ad alcuni criteri. Uno di questi è un numero particolarmente elevato (dosaggio) di batteri, espresso in valore UFC (unità formanti colonie). A titolo indicativo dovrebbero essere presenti almeno 10 miliardi di UFC per capsula.

La seconda caratteristica qualitativa è la massima varietà possibile di batteri. La gamma spazia in questo caso da alcuni fino a oltre 50 ceppi. E, infine, anche la confezione riveste un ruolo indispensabile, poiché ha l’importante compito di proteggere i batteri dall’umidità e impedire perciò che muoiano prima del tempo. Lo standard di riferimento (gold standard) prevede l’utilizzo di cosiddetti blister in alluminio-alluminio.

 

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Martin Gschwender
Specialista in materia di micronutrienti

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Conclusione

Una disbiosi intestinale è uno squilibrio nella composizione del microbiota contenuto nell’intestino, ovvero della comunità di batteri e altri microorganismi, che non solo favoriscono la nostra digestione, ma che possono anche rivestire un ruolo decisivo per il nostro benessere generale, o per l’insorgenza di determinate malattie – incluso il sistema immunitario e disturbi quali allergie, problemi cutanei e di sovrappeso, che quasi nessuno assocerebbe all’intestino.

Una volta escluse altre cause, in presenza di disturbi di questo tipo è opportuno non intervenire sui singoli sintomi, bensì sulla disbiosi presente, per ripristinare l’equilibrio del microbiota. Questo è possibile, in una certa misura, tramite l’assunzione di alimenti probiotici e prebiotici, ma soprattutto tramite probiotici specifici. In tal modo, i ceppi batterici importanti vengono ripristinati e i batteri intestinali cattivi vengono respinti.

Al momento dell'acquisto di questo tipo di prodotti è quindi fondamentale prestare attenzione all’elevata varietà e molteplicità di batteri contenuti, nonché all’adeguata protezione dei microrganismi dalla pericolosa umidità dell’aria.

Domande frequenti

Gli antibiotici o altri farmaci possono influire sulla disbiosi?

Molti farmaci differenti, come ad esempio gli inibitori della pompa protonica, possono influire negativamente sulla qualità del microbiota. Gli antibiotici agiscono tuttavia in modo particolarmente invasivo. Una terapia antibiotica porta quasi inevitabilmente a una disbiosi, dato che non elimina solo i batteri dannosi, ma anche quelli utili. Il risultato può essere un vero e proprio annientamento all’interno dell’intestino.

Cosa significa disbiosi?

Per disbiosi si intende uno squilibrio all’interno di un ecosistema microbico (ad esempio nel microbiota intestinale). In tal caso, batteri utili come ad esempio i lattobacilli o bifidobatteri sono nettamente sottorappresentati. Al tempo stesso si ha spesso una sproporzionata crescita eccessiva di batteri nocivi.

In presenza di disbiosi, i batteri presenti nell’intestino (batteri intestinali) sono danneggiati?

In caso di disbiosi, la composizione del microbiota intestinale è alterata. Ciò significa che il numero e la varietà dei batteri utili all’interno dell’intestino diminuiscono. Contemporaneamente, i batteri indesiderati possono aumentare in modo incontrollato.

Una disbiosi può causare sovrappeso?

Una disbiosi del microbiota intestinale è una possibile causa di numerose malattie differenti. In studi condotti sui topi è stato dimostrato che i topi con un microbiota tipicamente alterato a favore dell’adiposità, a parità di razioni di cibo, ingrassavano molto di più rispetto agli esemplari normali. Sulla base di questa osservazione, è stato possibile trasferire questa scoperta anche a coppie di gemelli umani.

Autor des Ratgeber-Artikels zur Darmgesundheit und Ernährung – Fachkundige Tipps für eine gesunde Darm-Ernährung
Autore di questo articolo:

Thomas Weber-Lorenz

Scopri di più

Fonti:

[1] Le Bastard Q., Al-Ghalith G. A. (2018): Systematic review: human gut dysbiosis induced by non-antibiotic prescription medications. Aliment Pharmacol Ther. 2018 Feb;47(3):332-345. doi: 10.1111/apt.14451.
[2] Baltzer AWA. Zum Nebenwirkungsprofil nicht steroidaler Antirheumatika (NSAR) bei der Therapie von Erkrankungen des Bewegungsapparates. Z Orthop 2003;141:369–71.
[3] Zhang P. (2022): Influence of Foods and Nutrition on the Gut Microbiome and Implications for Intestinal Health. Int J Mol Sci. 2022 Aug 24;23(17):9588. doi: 10.3390/ijms23179588.
[4] Partrick K. A., Chassaing B., et al. (2018): Acute and repeated exposure to social stress reduces gut microbiota diversity in Syrian hamsters. Behav Brain Res. 2018 Jun 1;345:39-48. doi: 10.1016/j.bbr.2018.02.005.
[5] Bist P., Choudhary S. (2022): Impact of Heavy Metal Toxicity on the Gut Microbiota and Its Relationship with Metabolites and Future Probiotics Strategy: a Review. Biol Trace Elem Res. 2022 Dec;200(12):5328-5350. doi: 10.1007/s12011-021-03092-4.
[6] Shapiro H., Goldenberg K., et al. (2022): Smoking-induced microbial dysbiosis in health and disease. Clin Sci (Lond) 16 September 2022; 136 (18): 1371–1387. doi: 10.1042/CS20220175.
[7] Frémont, M., Coomans, D., et al. (2013): High-throughput 16S rRNA gene sequencing reveals alterations of intestinal microbiota in myalgic encephalomyelitis/chronic fatigue syndrome patients. Anaerobe, 22, 50–56. doi: 10.1016/j.anaerobe.2013.06.002.
[8] Faith, J. J., Rey, F. E, et al. (2013). Gut microbiota from twins discordant for obesity modulate metabolism in mice. Science (New York, N.Y.), 341(6150), 1241214. doi: 10.1126/science.1241214.

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